giovedì 27 giugno 2013

Impressioni a Varigotti

La spiaggia dal  molo - foto Massimo Caccia

Chissà perché, ma uscendo dall’autostrada, mentre scendi i tornanti in direzione Spotorno (dove incontri il bivio che conduce a Tosse), mi viene in mente Camillo Sbarbaro e la sua collezione di licheni.
         Penso alla poesia come alla risacca del mare e io, rude uomo di montagna, così mi godo le onde che squassano la battigia, naufrago di una dimensione che non sento più mia.
         La Liguria è una scoperta, lenta come la crescita dell’ulivo e devo proprio ammettere che sono questi i momenti quando vorrei cambiare vita dandomi tutto alla letteratura per scoprire che non posso (almeno così credo e me lo racconto).
         Questa mattina, col sole arrabbiato, una ripida ascesa fino a punta Crena. Il folto dell’uliveto, i profumi intensi ai quali il piccolo mondo delle consuetudini ti disabitua perché prevale il piombo dell’inquinamento (o i pestiferi fumi di san Martino), rompono sul tedio suggerito dalle anguste coordinate dentro le quali la quotidianità imprigiona. Questo vuol dire esistere, perché le sensazioni forti ti sganciano dalla realtà relativa per aprire nello Spirito.
         Una volta in alto, la luce esplode nell’incanto del panorama. Mi commuovo ancora e questo va bene quando mi rammenta che non sono scaduto nella barbarie.
         La visione è un infinito abbraccio. Spingo lo sguardo fino a capo Mele, oltre la baia di Alassio. La torre d’avvistamento alle spalle. Davanti l’azzurro intenso del mare, sotto, infranto contro gli scogli. Poi la spiaggia col molo di Varigotti. Le case coi tetti moreschi. Le colline alle spalle e la neve sulle cime oltre l’entroterra di Albenga verso Garessio e il Piemonte (sempre casa, anche se la mia dimora si situa sul confine, sempre).

         Per uno che non ama il mare, questo è già tanto, quando riesco a lasciarmi andare. La vita scorre, d’accordo, ma è in questi momenti che riesci a fermarla quanto basta per assaporarne la discreta bellezza.





Tutte le foto sono di mia proprietà - Massimo Caccia