lunedì 25 giugno 2012

del pensiero e la sua possibilità

Inferno - Gustavo Dorè (immagine dal web)
L'inferno è l'impossibilità della ragione

Una frase che sa proprio di aufklarung, anche se pronunciata da Charlie Sheen in una delle scene di Platoon, di Oliver Stone. Malgrado la collocazione cinematografica, rimane un pensiero importante, anche se estrapolato dal contesto folle della guerra.
Potrebbe essere accompagnata da quella scritta da Sartre, l'inferno sono gli altri (A porte chiuse), oppure dalla cattolicissima boutade di Hans Urs von Balthasar, l'inferno, se esiste, è vuoto. Tutto, comunque ci invita alla riflessione.
Oggi, propendo per la prima, visto la situazione di decadimento morale e altro che siamo costretti a vivere. Malgrado gli attentati continui, credo sempre nella ragione e nelle possibilità che ancora ci offre. La ragione implica dialogo, e nel dialogo passa l'idea della distensione e germina la pace, quella autentica e non l'effimera bandiera che tutti sventolano e non rispettano. Inoltre, il dialogo è impossibile senza la condivisione, e di condividere ne abbiamo un bisogno folle.

15 commenti:

  1. Condivido Massimo, abbiamo un bisogno folle di condividere.

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  2. Ciao Massimo, sottile e raffinato l'iter mentale che in un certo senso congiunge queste tre frasi in un percorso ad incastro che la ragione può seguire alla ricerca di se stessa.
    Buona serata!

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  3. Non è il mio un vero e proprio dissenso: ammiro la velocità intuitiva ( quasi poetica direi) del tuo obiettivo intellettuale ma credo che al suo interno sia necessario fare un distinguo importante. La mia esperienza in rete mi ha chiaramente indicato che spesso in rete NON si cerca la condivisione quanto il RIFLESSO benevolo di noi stessi. Che è cosa dolcissima e necessaria a giuste dosi ma che trova succedanei pericolosi nei vuoti subdoli delle pseudoragioni che incontriamo qui. Delle tre affermazioni che hai proposto anche a me l'unica che suona accettabile è la prima.
    Voglio che tu sappia ( se ancora non l'avessi compreso) che sono il medesimo blogger che hai incrociato su blogspot.

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    1. Si, credo tu abbia ragione quando affermi che "spesso in rete NON si cerca la condivisione quanto il RIFLESSO benevolo di noi stessi". Potrebbe apparire un'osservazione macchiata da cinismo, ma dopo un'attenta osservazione del fenomeno, posso ammettere che le cose stanno veramente in questi termini.
      Buona giornata

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    2. Si, credo tu abbia ragione quando affermi che "spesso in rete NON si cerca la condivisione quanto il RIFLESSO benevolo di noi stessi". Potrebbe apparire un'osservazione macchiata da cinismo, ma dopo un'attenta osservazione del fenomeno, posso ammettere che le cose stanno veramente in questi termini.
      Buona giornata

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    3. E aggiungo: l'oggettività del dialogo, rimane appannaggio di pochi!

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  4. Credo che per dialogare bisogna prima sganciarsi dallo sguardo narcisistico con cui perforiamo il mondo. Poi dopo, ci si può mettere in gioco con la condivisione di Noi (idee, emozioni, contesti).
    Ma ci vuole molto coraggio (o molta ragione) per mettersi in gioco fino al punto di condividersi.
    Umilmente.

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  5. Buongiorno Massimo, ma la soggettività del dialogo nel rispetto dell'oggettività che poi è abbastanza astratta in realtà non è un bene?
    Entrare dentro sé stessi e offrire la propria soggettività in un commento a chi non ti conosce non è facile perché significa mettersi in gioco e sostenere i possibili dissensi, ma porge degli spunti di riflessione notevoli e concede un punto di vista che può essere unico, quindi arricchente.

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  6. Ovviamente prima di pubblicare il mio commento non avevo letto quello di Desaparesida

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  7. In riferimento alla cosiddetta blogosfera non mi pronuncio, ma in senso generale ammetto che mi hai fatto riflettere sulla necessità di un rinnovato e solidale umanesimo.

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  8. interessante dibattito!
    Io farei un passo in avanti: non basta la ragione; occorre anche la volontà!
    Non è sufficiente sapere cosa è bene e cosa è male, occorre poi scegliere di compiere il bene, dopo averlo compreso, desiderato e amato!

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  9. Riflessioni interessanti.
    Mi unisco al commento di Enzorasi, la condivisione in rete (penso soprattutto a FB, twitter e simili) è ridotta a sfoggio di sé stessi, quel che importa non è tanto veicolare un pensiero e discuterlo quanto cercare approvazione, consensi e notorietà per qualche secondo. Lo scambio dialettico risulta quasi assente, anzi, se solo si prova a dire qualcosa di diverso si viene subito aggrediti verbalmente.
    Quel di cui c'è bisogno è la compassione. Compassione nel senso di empatia.
    Penso infatti che il vero inferno sia l'indifferenza.
    Ecco, se dovessi immaginarmi l'inferno lo immaginerei proprio così: io in mezzo ad una folla di gente che non mi vede, non mi sente, non mi percepisce. La solitudine più assoluta. Che è semplicemente un'altra maniera per definire l'alienazione capitalistica.
    Un saluto. :-)

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    1. Interessante la tua idea di compassione come empatia. Offri uno sguardo diverso sull'approccio col prossimo nell'ambito del dialogo e della condivisione.

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  10. Da umile neofita del web posso dire che la condivisione serebbe auspicabile, spesso accade però di scontrarsi con realtà virtuali totalmente chiuse nelle loro idee e quindi in antitesi totale con quello che rappresenta il web ed il globale in generale.
    Per quanto concerne l'inferno esprimo quello che è un parere del tutto personale e quindi confutabile, affermo che il vero inferno si sconta vivendo (chi segue il mio blog sa che non è un modo di dire ma il mio vissuto).
    Buona giornata

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  11. voto per Sheen, ma con Dante ricordo...coloro che "hanno sottomesso la ragione al talento."

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