lunedì 19 dicembre 2011

Liguria



Quel viaggio, ubriacatura d’infinito
sull’azzurro, improvvisi squarci schiusi
da rocce arroventate con dintorno
verde salso d’acuminati abeti.
La sensazione intensa del riposo
ha lenito asprezze muffite
un mezzogiorno alto d’uno spazzato
sole:
         la Palazzata di Camogli,
il gelido pigato paglia d’oro
con te, serena malgrado gli acciacchi…

Dopo, mi chiedo, adesso, ritornati
alla triste pianura, quei ricordi
nitidi di colori chiari e forti.
Sogno il tuo sguardo, sempre, luce bianca
intrigata nell’amore dal tempo.
Mancano i passi del mattino, solo,
la panchina sul seno di Paraggi
e chissà cosa, nell’oblio del vento
oltre all’andare senza meta alcuna.